Partiamo dalla scoperta dell’acqua calda: gli ultimi anni, specialmente dopo l’introduzione degli
algoritmi di sbarramento sui social network, hanno dimostrato quanto il content marketing sia
indispensabile per promuoversi con efficacia e fidelizzare la propria clientela.
Le grandi aziende hanno da tempo capito che le campagne pubblicitarie, e i classici sistemi di
promozione online, non bastavano più: per catturare, e mantenere nel tempo, l’attenzione del
consumatore sul proprio brand è necessario andare oltre l’utilizzo di buoni copy e grafiche
accattivanti (che restano comunque una base imprescindibile). Il consumatore va coinvolto, molto
più profondamente. Tramite la costruzione di una narrazione, e contenuti che generino interesse
attorno all’azienda e al prodotto.
Per fare content marketing ci sono fondamentalmente due strade principali, che spesso vengono
usate sinergicamente: affidarsi a creators esterni (come influencer o media company) per far loro
produrre dei branded content; oppure gestire autonomamente la creazione dei contenuti,
sviluppandoli direttamente sulle proprie piattaforme e sui propri canali social. In entrambi i casi,
comunque, si tratta di confezionare vari tipi di contenuti—testuali, video, audio—capaci di generare
engadgement, per poi trasferire quell’attenzione sui vostri prodotti.
Non è sempre necessario che ogni contenuto abbia direttamente a che fare con un vostro
prodotto, o che all’interno del contenuto sia inserita una pubblicità: spesso il content marketing
funziona perché, se fatto nel modo giusto, fidelizza i clienti con i vostri canali, vi aiuta a profilarli, e
aiuta creare una brand identity più strutturata e riconoscibile.
Come dicevamo, ormai da anni le grande aziende investono fortemente nel content marketing:
realizzando e commissionando video, articoli, e podcast. Spesso si affidano a web agency
specializzate, aprendo delle vere e proprie “redazioni” che concepiscono e producono i vari
contenuti. Il magazine online Freeda, da questo punto di vista, è un esempio perfetto:
un’esperienza nata appena nel 2017, che in soli tre anni ha creato una sua community fortissima e
numerosa (quasi due milioni di follower sia su Instagram che su Facebook), e che oggi gestisce i
contenuti brandizzati di marchi celebri come Trussardi .
Non tutti, però possono affidarsi a professionisti così quotati ed esperti. Una serie di post branded
di un influencer famoso, può arrivare a costare cifre altissime. Fortunatamente, però, c’è sempre il
Do It Yourself: fare content marketing in modo intelligente e funzionale è possibile, anche quando
non hai un budget corposo.
Anzi andiamo direttamente al punto, qualsiasi tipo di attività può fare un buon content marketing:
dai piccoli negozi, alle botteghe, agli artigiani, fino alle piccole aziende. L’importante, è seguire una
serie di punti importanti:
-Creare un linguaggio e una narrazione riconoscibili e coerenti: qualsiasi tipo di contenuto tu
voglia creare, e qualsiasi piattaforma tu scelga di utilizzare, è necessario essere riconoscibili al
pubblico. Questo aiuta non soltanto a distinguersi dalla concorrenza, ma è un metodo sicuro per
selezionare il tipo di clientela che ci interessa. Un esempio pratico (relativamente accessibile) a cui
ispirarsi, ad esempio, è quello dell’Antico Vinaio, la vineria fiorentina famosa per le sue schiacciate.
Da tempo realizzano delle video-rubriche , in cui raccontano la natura e la genesi dei loro prodotti.
Facendo centinaia di migliaia di visualizzazioni. E lo fanno tramite una serie di leitmotiv, e uno stile,
ben riconoscibili e coerenti nel tempo.
-Selezionare i contenuti in maniera strategica: Sempre per una logica di coerenza, i contenuti
vanno selezionati. Non basta produrre contenuti accattivanti e interessanti, se sono troppo
eterogenei e non univoci. Bisogna quindi capire quali sono le tipologie di format—diretti al prodotto,
e collaterali—su cui poter impostare la propria campagna di content marketing. Potete scegliere di
tenere una rubrica scritta sul vostro blog (con aneddoti, consigli, o storie interessanti su prodotti e
lavorazioni), realizzare dei video o dei vlog, registrare dei podcast con interviste a personalità ed
esperti del vostro settore: tutto può andare bene. L’importante è scegliere una tipologia
riconoscibile di contenuti, e svilupparla con continuità.
-Adattarsi alla diffusione multicanale: una volta creati, i contenuti vanno diffusi nel modo più
adatto alla fruizione. Instagram, Facebook, YouTube: ogni piattaforma ha le sue specifiche
caratteristiche per l’esaltazione di un determinato contenuto. Instagram TV, ad esempio, ha
modalità e tempi differenti rispetto ai canali YouTube. Quindi è necessario riuscire a comprendere
quali sono gli strumenti più adatti alla tipologia di contenuto che stiamo creando, e nel caso
strutturare una strategia multilivello sui vari social.
Se avete bisogno di capire ancora più in profondità il funzionamento del content marketing, o avete
bisogno di aiuto per riuscire ad approcciarvi a questo settore, noi siamo qua.